ophelia


(2005)


Ophelia, come molti dei miei lavori, è un autoritratto, rappresenta una parte di me. È la parte più indifesa, che non sa instaurare un rapporto con l’altro, con l’elemento maschile, e che cade vittima di questa incapacità. Desidera tornare ad una dimensione infantile e per questo si affida all’acqua, elemento femminile e materno, che dona la vita ma può anche riprendersela, e che qui acquista un aspetto violento e diventa strumento di autodistruzione.

Ispirato al dipinto di John Everett Millais e al monologo di Gertrude nell’Amleto di Shakespeare che racconta della morte della fanciulla, il lavoro, composto da 16 immagini e 3 testi poetici, è iniziato con la stesura dei primi due testi ed è poi proseguito con la sperimentazione fotografica e con la scrittura dell’ultimo testo. È stato realizzato con pellicola diapositiva 35 mm sensibile alla luce tungsteno che ha permesso di avere la dominante azzurra.

Immagini tratte dalla serie sono state esposte nelle mostre:
  •     MetaMetà, Galleria Zerotre, Orvieto 2006
  •     CorPoetico. Lavatoio Contumaciale, Roma 2010






l'ho vista passare
scivolare sulla superficie
  luminosa
un fiore rosso
  le sue labbra appena aperte
evanescente
  come uno spirito notturno
l'ho vista e ora so
  che il fiume l'ha presa
  e l'ha portata giù
nella terra d'argilla
  tra le pietre d'argento
  lisce e taglienti
il fiume guida il suo spirito ora
  e tiene il suo corpo
  come una pianta acquatica
  che cresce
  e nutre
e con lei tutte le mie lacrime
  prese per sempre
  portate via dalla corrente






 l'acqua del fiume
  scorre sopra di me
  non filtra la luce
  così sporca
  entra nella mia bocca
  nei miei occhi
  vedo solo ombre ondeggianti
le mie mani
  ferite dalla terra secca
  non bruciano più
  ma continuano a combattere
  contro le alghe
mentre io mi lascio legare
  e riempire dall'acqua
  e affogare 




i miei capelli si allargano nell'acqua
la mia pelle si piega
in morbide grinze
e diventa chiara
sempre più trasparente
il filo del respiro
sempre più sottile
mi muovo in onde impercettibili
affondo lentamente
lascio all'aria
il ricordo del mio odore
il ricordo della mia voce